mercoledì 8 giugno 2011

venerdì 20 maggio 2011

Bimbi, bambini, ragazzi e poi?

Non posso astenermi dallo scrivere di loro: i supertanzaNANI, la forza che trascina la comunita`, i piccoli portatori sani di sorrisi e allegria.
Oggi, finito il laboratorio sul giornalino con la classe settima della scuola primaria (iniziato mercoledi` con Monica e la classe sesta), mi sono fermata un po` nel piazzale della scuola aspettando che le lezioni finissero e che i bambini uscissero tutti per cantare l`inno nazionale e ascoltare dai maestri le comunicazioni per domani e lunedi`.
Tutti in file come marionette, vengono sistemati dai compagni piu` grandi e in religioso silezio aspettano di esserci tutti e di poter iniziare a cantare.
Mano al petto e dopo due colpi a terra con il piede destro via...all`unisono...che belli che sono.
Maglioni rossi, camicie bianche e pantaloni o gonne blu, la divisa della nostra scuola.
La maggior parte sono scalzi oppure hanno ciabatte logorate, in pochi portano scarpe dignitose anche durante la settimana, quelle di solito le tengono per la domenica.
I piccoli portano al collo la biro per non perderla oppure delle simpatiche collane di tappi di bottiglia o pezzi di canne, che a scuolo fungono entrambi da pallottolieri.
Conscia del fatto che la mia presenza destabilizza la situazione provo ad immaginare come sarebbero se io non fossi con loro.
Li guardo tutti insieme e cerco di immaginarmi il loro futuro, cosa faranno, dove andranno, quanti soprusi dovranno subire, quante fatiche superare?
Il venerdi` pomeriggio e` giorno di pulizia e i bimbi piu` piccoli vanno alla fontana che dista 500 m dalla scuola  a prendere l`acqua. Le bambine lavano i pavimenti con degli stracci che con un`abilita` a me sconosciuta portano da una parte all`altra della stanza, come se fosse una danza. Non si lamentano, non contestano, eseguono gli ordini e basta, lavorano.
I bambini invece con la zappa o con i macete vanno nel giardino a tagliare l`erba. Lavorano tutti, qui non ci sono bidelle, solo la forza lavoro minorile che pero` spesso viene usata dai maestri e dal preside anche al di fuori dell`area scolastica, ma all`interno del suo orario. Ho visto file di bambini trasportare sulla testa i mattoni per costruire la nuova casa del preside, li ho visti vangare e zappare una collina intera per seminare il mais che non mangeranno mai e raccogliere erba da dare ai maiali dei loro mestri.
Le ore in cui realmente studiano e apprendono sono poche e cosi` alla domanda: dov`e` l`africa del nord? neanche i ragazzi dell`ultimo anno sapevano rispondere (ma se ci penso bene neanche i nostri ragazzi Italiani ne saprebbero molto di piu`).
Nella classe settima sono in 63 in classe ed hanno un libro ogni sei per ciascuna materia. Diventa quindi normale che soltanto i figli dei maestri, o del sindaco o di chissacchi` riesca a saperne di piu`.
Non vorrei pero` dimenticare che questi sono i ragazzi fortunati, tanti, ma meno che in passato, non possono permettersi di comprare le divise e per questo non vanno a scuola.
Sono bambini e ragazzi che sanno lavorare, sanno faticare e obbediscono agli ordini, ma il mio dubbio e`: sanno scegliere?
In un paese dove un solo partito prende il 97% dei voti, c`e` capacita` di scernimento?
Mah....

lunedì 25 aprile 2011

COMPLEANNO SILA

Festa incredibile!!! Le ragazze mi hanno cucinato le LASAGNE!! E vorrei ancora capire con quali ingredienti...meglio non farsi troppe domande...
Grazie anche a Mama Meki per la torta e Divano per il ripieno al cioccolato!!!

Riassunto puntate precedenti

Sono trascorsi 6 mesi dall'ultimo post e mi sembra ieri, giuro, non lo scrivo tanto per scrivere, pura verità!!
Nel frattempo sono successe tantissime cose qui nel villaggetto di Ikondo.
La ragazza in servizio civile con noi lo scorso anno ha finito il suo mandato e di conseguenza noi siamo rimasti per due mesi soli.
A dicembre siamo tornati a casa per le vacanze natalizie, dette anche all'ingrasso...obiettivo raggiunto.
Poi a febbraio sono arrivate le due nuove ragazze in servizio civile, che si fermeranno qui con noi fino a dicembre.
Insomma gente che va, gente che viene, gente che torna...tutto un via vai che non si capisce più nulla e così nel trambusto mi sono dimenticata di scrivere.
Nel frattempo ho aperto la pagina di facebook di Ikondo, che non mi da molte soddisfazioni, dal momento che son passate settimane dalla sua apertura e siamo solo a 84 amici...
I lavori proseguono di gran lena, ma il mio pensiero è fisso a casa e a quello che mi sto perdendo.
Sopratutto oggi, giorno di Pasqua.
Per fortuna c'è skype che accorcia le distanze e ci permette di tessere le reti che altrimenti si frantumerebbero. Ma spesso vivere con il costante pensiero a casa fa perdere la strada, mi tiene legata ad un mondo, il mio, che però in questo momento è lontano. Dovrei forse chiudere le porte? Dovrei concentrarmi solo sull'oggi e provare a tessere relazioni più forti qui?
Non credo sia possibile farlo.
Ci provo ogni giorno, ma io sono e resto la bianca, fortunata e con i soldi.
I rapporti con le donne del villaggio sono superficiali e non credo potrebbe essere diversamente.
Di cosa potremmo parlare, oltre che del tempo? Fargli domande spesso mi sembra inopportuno e invadente e allora mi limito ai saluti (che di regola durano almeno 10 minuti) e poi ritorno nel mio castello incantato.
Mi fa male non avere delle amicizie qui. Mi fa male pensare che la gente mi vede più come un'opportunità che come una persona. Ma sopratutto mi fa male non poter essere me stessa, perchè in qualche modo, ovunque vada, io sono l'organizzazione per cui lavoro.
Non dico che mi comporterei molto diversamente, ma sicuramente starei più serena, senza troppi pensieri.
Forse vivere in città ti permette di mimetizzarti almeno un pò, anche se il colore della pelle non è facile da nascondere...ma qui non è proprio possibile.
Mi sembra di vivere al Grande Fratello, ma per fortuna le persone che mi stanno accompagnando in questa avventura non sono così frivole e ignoranti!! Mi piacerebbe solo sapere a quanto ammonta il montepremi finale....
La voglia di casa rimane, ma mi faccio forza e vado avanti, sperando che davvero tutto questo possa servire a qualcosa.
Ringrazio per condividere questo cammino con Divano, senza il quale non riuscirei più neanche a fare un passo.
Ringrazio per le ragazze che sono arrivate (Cinzia e Monica), comprensive, allegre e disponibili.
Ringrazio per le difficoltà perchè mi permettono di migliorare.
Ringrazio per....ma oggi è Pasqua o il giorno del ringraziamento? (ma no quello è un giorno solo americano!!)

Sfogo fatto.
A presto.