venerdì 20 maggio 2011

Bimbi, bambini, ragazzi e poi?

Non posso astenermi dallo scrivere di loro: i supertanzaNANI, la forza che trascina la comunita`, i piccoli portatori sani di sorrisi e allegria.
Oggi, finito il laboratorio sul giornalino con la classe settima della scuola primaria (iniziato mercoledi` con Monica e la classe sesta), mi sono fermata un po` nel piazzale della scuola aspettando che le lezioni finissero e che i bambini uscissero tutti per cantare l`inno nazionale e ascoltare dai maestri le comunicazioni per domani e lunedi`.
Tutti in file come marionette, vengono sistemati dai compagni piu` grandi e in religioso silezio aspettano di esserci tutti e di poter iniziare a cantare.
Mano al petto e dopo due colpi a terra con il piede destro via...all`unisono...che belli che sono.
Maglioni rossi, camicie bianche e pantaloni o gonne blu, la divisa della nostra scuola.
La maggior parte sono scalzi oppure hanno ciabatte logorate, in pochi portano scarpe dignitose anche durante la settimana, quelle di solito le tengono per la domenica.
I piccoli portano al collo la biro per non perderla oppure delle simpatiche collane di tappi di bottiglia o pezzi di canne, che a scuolo fungono entrambi da pallottolieri.
Conscia del fatto che la mia presenza destabilizza la situazione provo ad immaginare come sarebbero se io non fossi con loro.
Li guardo tutti insieme e cerco di immaginarmi il loro futuro, cosa faranno, dove andranno, quanti soprusi dovranno subire, quante fatiche superare?
Il venerdi` pomeriggio e` giorno di pulizia e i bimbi piu` piccoli vanno alla fontana che dista 500 m dalla scuola  a prendere l`acqua. Le bambine lavano i pavimenti con degli stracci che con un`abilita` a me sconosciuta portano da una parte all`altra della stanza, come se fosse una danza. Non si lamentano, non contestano, eseguono gli ordini e basta, lavorano.
I bambini invece con la zappa o con i macete vanno nel giardino a tagliare l`erba. Lavorano tutti, qui non ci sono bidelle, solo la forza lavoro minorile che pero` spesso viene usata dai maestri e dal preside anche al di fuori dell`area scolastica, ma all`interno del suo orario. Ho visto file di bambini trasportare sulla testa i mattoni per costruire la nuova casa del preside, li ho visti vangare e zappare una collina intera per seminare il mais che non mangeranno mai e raccogliere erba da dare ai maiali dei loro mestri.
Le ore in cui realmente studiano e apprendono sono poche e cosi` alla domanda: dov`e` l`africa del nord? neanche i ragazzi dell`ultimo anno sapevano rispondere (ma se ci penso bene neanche i nostri ragazzi Italiani ne saprebbero molto di piu`).
Nella classe settima sono in 63 in classe ed hanno un libro ogni sei per ciascuna materia. Diventa quindi normale che soltanto i figli dei maestri, o del sindaco o di chissacchi` riesca a saperne di piu`.
Non vorrei pero` dimenticare che questi sono i ragazzi fortunati, tanti, ma meno che in passato, non possono permettersi di comprare le divise e per questo non vanno a scuola.
Sono bambini e ragazzi che sanno lavorare, sanno faticare e obbediscono agli ordini, ma il mio dubbio e`: sanno scegliere?
In un paese dove un solo partito prende il 97% dei voti, c`e` capacita` di scernimento?
Mah....